Le elezioni amministrative del 6 giugno 1993 segnarono un momento significativo per la politica di Sulmona, in un periodo di grandi trasformazioni a livello nazionale. L’elezione diretta del sindaco, introdotta proprio in quell’anno con la riforma degli enti locali, determinò un nuovo equilibrio nel panorama politico locale, consolidando la figura del primo cittadino come protagonista del governo della città.
Con un’affluenza iniziale del 74%, che calò al 60,68% al ballottaggio, i cittadini furono chiamati a scegliere tra più candidati e coalizioni, evidenziando una frammentazione dell’elettorato. Al primo turno, il candidato Bruno Di Masci ottenne il 28,72% dei voti, mentre il suo principale sfidante, Paolo Santarelli, raggiunse il 26,34%, costringendo così la competizione a un secondo turno.

Al ballottaggio, Di Masci vinse con il 52,69%, superando Santarelli, che si fermò al 47,31%. Il risultato finale premiò quindi la coalizione di centro-sinistra.
Le altre forze politiche si distribuirono tra una maggiore frammentazione del voto e il sostegno a candidati civici e alternativi, con la Democrazia Cristiana (DC) che ottenne 3 seggi.



Liste come Eterogenea, Federazione dei Verdi e Rifondazione Comunista (a sostegno del candidato Mauro Calore) pur non ottenendo un peso determinante, riuscirono a entrare in Consiglio con un rappresentante ciascuna.
Di seguito, potete visualizzare i dati:
