Le elezioni del 1957: Ricomposizione politica e sogni industriali, Sulmona verso il futuro dopo la rivolta

Il 1957 rappresenta per Sulmona l’anno della ripartenza dopo il periodo di profonda crisi che ha raggiunto l’apice con la soppressione del Distretto Militare e la rivolta di Jamm’mò di febbraio. Dopo le dimissioni del sindaco Mazara e dell’intero Consiglio comunale, la città viene affidata a un Commissario Prefettizio incaricato di traghettarla verso nuove elezioni che arrivano nel novembre 1957.

La Democrazia Cristiana si presenta ricompattata, con la scomparsa delle liste dissidenti che avevano frammentato il partito solo un anno prima. Scompaiono anche le altre liste civiche.

Le promesse di rilancio economico e infrastrutturale arrivano da Roma e il clima elettorale è dominato dall’attesa di cambiamenti concreti1. In Parlamento viene approvata la mozione Corbi-Spataro, volta a salvaguardare la centralità di Sulmona a livello regionale, ma i suoi contenuti rimarranno in gran parte disattesi, come gli “impegni” presi dal Ministro Campilli.

Le elezioni segnano una ripresa della DC, che recupera consensi. I comunisti ottengono un risultato importante, conquistando sei seggi, mentre i socialisti confermano le posizioni dell’anno precedente. Scompare invece la lista civica Campanile e Cupola che portò all’elezione a sindaco di Panfilo Mazara. Molti dei suoi voti confluiscono nel Movimento Sociale Italiano, che raggiunge il suo massimo storico con tre seggi.

Tratto da: Antonio Mancini, (1988), Le elezioni amministrative a Sulmona dal 1946 ad oggi, Torre dei Nolfi – Bugnara, Edizioni Sertipo Fontamara

Consiglieri eletti nel 1957:

Alberto RuggieriDCUmberto CantelmiDC
Vincenzo CarboneDCPaolo Di BartolomeoDC
Tullio Di CristofaroDCQuirino Di FonteDC
Antonio BiffiDCAlfonso De DeoDC
Lorenzo LeopardiDCNino MorroneDC
Mario PascucciDCPasquale SperanzaDC
Filippo TellaDCMario ScoccoPSI
Guerino CentofantiPSIConsiglia Di BenedettoPSI
Nicola SerafiniPSIGiovanni D’AmarioPSI
Arturo TrinchiniPSIAntonio VerrocchiPSI
Victor Ugo CascianoPSDIClaudio Di GirolamoPCI
Vincenzo PistilliPCILorenzo RamunnoPCI
Annibale Luigi CorviPCILoreto ChiocchioPCI
Goffredo VenzoPCIRaffaele Del BassoMSI
Italo FallavollitaMSIVincenzo MasciMSI

Sarà sindaco per l’intera consiliatura il Gen. Alberto Ruggeri, candidato della Democrazia Cristiana. Insieme a lui saranno componenti della giunta dal dicembre del 1957 a gennaio 1959 gli assessori Umberto Cantelmi, Paolo Di Bartolomeo, Mario Pascucci, Vincenzo Carbone, il Dott. Alfonso De Deo e Tullio Di Cristofaro. Dal 1959 al 1961 escono gli assessori Mario Pascucci, Alfonso De Deo e Tullio Di Cristofaro ed entrano Raffaele Del Basso-Orsini, Filippo Tella e Francesco Del Vecchio.

Come vediamo, nella seconda fase l’MSI entra in giunta e c’è una virata a destra della coalizione di governo cittadino.

Prime speranze industriali e trasformazione urbana

La tensione politica lascia spazio a un periodo di fermento progettuale. Inizia finalmente a prendere corpo l’idea di uno sviluppo industriale per Sulmona e la Valle Peligna, sulla scia degli incentivi promessi dalla Cassa per il Mezzogiorno.

Viene adottato nel 1959 il nuovo Piano Regolatore che inizia a dare forma alla città oltre il Centro Storico (allora Pianoro della Potenza), prevendendo l’espansione a est. Si rende necessario però collegare attraverso le infrastrutture viarie il centro a quella che allora era periferia.

Il Piano della Potenza prima delle costruzioni. Tratto da: Raffaele Giannantonio, (2011), L’ARCHITETTURA DEL DOPOSTORIA. Sulmona e la ricostruzione post-bellica, Pescara, Carsa Edizioni

Si indice un concorso di idee che viene vinto dall’Ingegnere Riccardo Morandi e porta alla costruzione del Ponte Capograssi tra il 1960 ed il 1962. L’opera dà il via all’utilizzo dell’area attorno alla quale verranno costruiti il Tribunale, la chiesa di Cristo Re e i primi i grandi palazzi residenziali “borghesi2”.

La proposta del Prof Mario Rossano al concorso di idee per la costruzione del Ponte Capograssi. Archivio personale

I servizi quindi iniziano ad essere progettati fuori dal centro cittadino come accade per il tribunale e ospedale . Vengono regolate per la prima volta l’edilizia pubblica, le cooperative, i servizi e le industrie.

    Il progetto di edilizia residenziale Ina-Casa di Giuseppe Cuccia (1958) lungo viale Papa Giovanni XXIII è un altro simbolo di questa espansione verso est3.

    Negli anni ’50 nascono i primi opifici e laboratori artigianali come falegnamerie, segherie, officine meccaniche. Alle Marane apre il mulino, spuntano come funghi i distributori carburante AGIP, SHELL, API, OZO, Caltex, ABC con chioschi e insegne luminose4. Anche a Sulmona il boom economico inizia a farsi sentire.

    In questo fermento generale che vede l’economia locale iniziare a decollare, colpisce in particolare la storia della Falegnameria Scipione che passa da essere una bottega ad un modello industriale. Il mobilificio Scipione, situato lungo l’allora Statale 17 (oggi Viale della Repubblica), è uno dei casi più documentati di evoluzione tipica del dopoguerra. Il progetto originario, che però non viene approvato dalla Commissione Edilizia, è del Geom. Umberto Cantelmi del 1950. Viene poi rielaborato il progetto da Giovanni La Rovere e classificato per la prima volta come “fabbricato industriale”. Infine abbiamo l’ampliamento definitivo ad opera di Giulio De Luca che completa la trasformazione, da laboratorio artigiano alla produzione industriale e vendita5.

    Tratto da: Raffaele Giannantonio, (2011), L’ARCHITETTURA DEL DOPOSTORIA. Sulmona e la ricostruzione post-bellica, Pescara, Carsa Edizioni

    Nel 1958 si completano i lavori della Scuola d’Arte (iniziati nel 1956). La scuola diventa simbolo della vocazione artistica di Sulmona e nei decenni successivi darà forma all’Istituto d’Arte.

    Il mensile Circolo Letterario, nato nel 1958, Direttori responsabili Don Virgilio Orsini e Angelo Maria Scalzitti. Tipografia Labor di Sulmona
    Il periodico Abruzzo Domani, nato nel 1961, Direttore responsabile Domenico Susi. Tipografia Labor di Sulmona

    Inizia a vedersi in questi anni una nuova luce per la città di Sulmona, una nuova classe dirigente è agli albori e dà una maggiore stabilità al quadro politico e sociale. Si fa largo un nuovo sogno di città che si espande a livello urbanistico ed economico con i primi modelli di industria.

    Sulmona guarda con speranza al futuro.

    1. Antonio Mancini, (1988), Le elezioni amministrative a Sulmona dal 1946 ad oggi, Torre dei Nolfi – Bugnara, Edizioni Sertipo Fontamara ↩︎
    2. Raffaele Giannantonio, (2011), L’ARCHITETTURA DEL DOPOSTORIA. Sulmona e la ricostruzione post-bellica, Pescara, Carsa Edizioni ↩︎
    3. v. nota 2 ↩︎
    4. v. nota 2 ↩︎
    5. v. nota 2 ↩︎

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